Simili ma non uguali: qual è la differenza tra stage e tirocinio?

In ambito professionale ed educativo, i termini stage e tirocinio sono spesso utilizzati come sinonimi. Tuttavia, seppur simili in quanto primi passi nel mondo del lavoro, queste due esperienze si distinguono per durata, obiettivo e tipologia di rapporto, ma anche per costi, modalità di inserimento e risorse da impegnare.

Hai inserito una nuova risorsa ma non sai se presentarla come stagista o tirocinante? Sei tu la nuova risorsa e in azienda i colleghi ti chiamano un giorno in un modo e un giorno nell’altro? Se anche tu pensavi fossero la stessa cosa o non hai ben capito la differenza, niente panico: sei in buona compagnia.

In ambito professionale ed educativo, i termini stage e tirocinio sono spesso utilizzati come sinonimi. Tuttavia, seppur simili in quanto primi passi nel mondo del lavoro, queste due esperienze si distinguono per durata, obiettivo e tipologia di rapporto, ma anche per costi, modalità di inserimento e risorse da impegnare.

Comprendere queste differenze è fondamentale tanto per le aziende quanto per i giovani che intendono intraprendere un percorso di questo tipo.

 

Cos’è uno stage?

Lo stage è un periodo di formazione pratica che permette a studenti o neolaureati di acquisire competenze professionali direttamente sul campo all’interno di un ambiente aziendale e di un particolare settore professionale. Solitamente, gli stage sono destinati a giovani che stanno ancora completando il loro percorso di studi o si sono appena laureati, ma non sono legati a un preciso percorso di studi e possono essere svolti in qualsiasi momento della propria carriera.

La durata di uno stage solitamente varia tra i 3 e i 6 mesi, ma può essere più breve o più lungo a seconda delle esigenze aziendali. Spesso non prevede un contratto formale, ma un accordo di collaborazione con l’ente ospitante che regola i termini dello stage.

Gli stage non sono sempre retribuiti, ma è possibile prevedere un rimborso spese per coprire i costi di vitto e trasporto. In alcuni casi, l’azienda potrebbe beneficiare di incentivi fiscali o sgravi per offrire stage retribuiti.

 

Cos’è un tirocinio?

Il tirocinio ha una connotazione più formale e strutturata, soprattutto dal punto di vista legale e contrattuale. Si tratta infatti di un’esperienza volta a completare un percorso formativo, acquisire esperienza e favorire l’inserimento lavorativo. Un tirocinio può essere curricolare, ossia parte integrante di un piano di studi universitari o scolastici e obbligatorio per il conseguimento del titolo, o extracurricolare, per chi ha già concluso il proprio percorso di studi ma necessita di ulteriore formazione on the job.

Il tirocinio, a differenza dello stage, è spesso regolato da contratti specifici che stabiliscono diritti e doveri sia per il tirocinante che per l’azienda: trattandosi di un percorso strutturato, gli obiettivi formativi sono definiti da un Progetto Formativo Individuale (PFI), con un tutor aziendale che segue il tirocinante nel suo percorso di apprendimento.

La durata di un tirocinio può essere più lunga rispetto a uno stage, arrivando anche fino a un anno. La retribuzione può essere prevista o meno a seconda delle normative regionali, dell’ente ospitante e del tipo di tirocinio: attualmente in Italia vige l’obbligo di retribuzione esclusivamente per i tirocini extracurricolari, con indennità minime che variano da regione a regione. Anche in questo caso le aziende che li offrono possono usufruire di incentivi fiscali o contributi pubblici, che rendono il tirocinio un’opportunità interessante dal punto di vista economico.

 

In sintesi

Quale scegliere per la mia azienda?

Sia gli stage che i tirocini rappresentano opportunità per le aziende di formare e, in molti casi, selezionare futuri talenti. Sono inoltre ottimi strumenti per i giovani di farsi conoscere ed entrare nel mondo del lavoro attraverso un contratto con formazione. È quindi importante considerare attentamente le differenze tra i due strumenti per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

Le aziende possono vedere lo stage come un’opportunità per fornire una formazione pratica breve e mirata senza necessariamente mirare a un inserimento lavorativo immediato; se invece l’obiettivo è attrarre e formare talenti e inserirli in azienda al termine del periodo di formazione con un periodo di valutazione più lungo, il tirocinio – soprattutto extracurricolare – potrebbe risultare più adatto.

In ogni caso, è essenziale che le aziende gestiscano correttamente entrambi i percorsi, garantendo un’esperienza formativa di qualità e rispettando le normative vigenti, sia in termini di contrattualistica che di retribuzione.

Ad esempio, tanto gli stage quanto i tirocini devono essere attivati mediante una convenzione tra il soggetto ospitante, come l’azienda o l’ente pubblico in cui la risorsa sarà inserita, e un soggetto promotore, che può essere l’università o la scuola superiore nel caso dei tirocini curricolari e un ente di formazione o un’agenzia per il lavoro nel caso di quelli extracurricolari.

Come soggetto promotore, Ifoa è presente in 16 sedi in 7 regioni e nell’ultimo anno ha attivato 4.157 stage e tirocini formativi. Tuttavia, alla luce della sua vocazione di ponte tra formazione e lavoro e di orientamento verso un percorso professionale soddisfacente e a lungo termine, Ifoa sta progressivamente sostituendo l’esperienza di stage con quella di tirocinio in tutti i suoi corsi di formazione Post Diploma per inserire i suoi allievi in un percorso più strutturato. Ifoa è infatti il primo ente in Italia che dal 2011 propone un modello di “tirocinio etico”, che offre garanzie sia al tirocinante che all’azienda ospitante attraverso diverse fasi di monitoraggio, accompagnamento e certificazione delle competenze, garantendo un metodo di lavoro conforme alla normativa e valorizzando al massimo le persone sin dall’inizio del loro percorso professionale.

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