Sono recentissime le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che in più occasioni (come l’inaugurazione dell’ITS di Apulia Digital o quella del nuovo ITS Sandro Pertini nelle Marche) ha ribadito che il modello ITS Academy è “una risposta concreta ai bisogni del Paese”, nonché il protagonista di un cambio di paradigma che riguarda studenti, docenti e aziende.
L’università non fa per tutti, e va bene così
Con un incremento medio annuo delle iscrizioni del +19,6% dal 2021 al 2024, gli ITS Academy offrono percorsi biennali di alta specializzazione in aree considerate strategiche per lo sviluppo economico e la competitività delle imprese: dall’energia alla mobilità sostenibile, dal digitale alla rigenerazione ambientale.
Sono corsi pensati come un’alternativa ad alta specializzazione all’università per giovani e adulti che, dopo il diploma, vogliono acquisire una specializzazione tecnologica concreta e mirata ai bisogni del territorio, con l’obiettivo di un inserimento qualificato nel mondo del lavoro. Alla fine del percorso, in cui il 40% delle ore consiste in uno stage in Italia o all’estero, si ottiene il Diploma di Tecnico Superiore, con competenze certificate a livello europeo (V livello del Quadro EQF).
Gli ITS Academy alla base della riforma del sistema scolastico
Gli ITS Academy sono alla base di una riforma della scuola voluta dal ministro Valditara, che si fonda su una constatazione sempre più evidente: il sistema d’istruzione classico non riesce più a tenere il passo con le trasformazioni del lavoro. Troppo spesso le scuole preparano studenti teoricamente brillanti ma poco pronti per le professioni reali, mentre le imprese faticano a trovare figure tecniche qualificate.
Da qui la proposta di rinnovamento del sistema di istruzione italiano con la “Riforma 4+2”, secondo cui tutti gli istituti tecnici e professionali dovrebbero attivare, al termine del quarto anno, almeno un corso biennale organizzato in collaborazione con ITS e imprese, rendendo il collegamento tra scuola e lavoro una parte integrante del sistema formativo ordinario, un ponte diretto che cuce insieme queste due fasi del percorso personale e formativo dei più giovani.
A giugno 2025 il Ministero ha stanziato 130 milioni di euro per laboratori nuovi, attrezzature aggiornate e spazi in grado di ospitare la didattica del futuro. Almeno il 40% delle risorse andrà al Sud, dove l’offerta ITS è ancora poco diffusa. Il target è ambizioso: 22.000 iscritti entro il 2026.
Una soluzione contro la dispersione scolastica
Gli ITS non rispondono solo a un bisogno delle imprese: rappresentano anche un argine contro la dispersione scolastica, che in Italia resta ancora un problema rilevante.
In Italia la dispersione scolastica è scesa negli ultimi vent’anni dal 25% al 9,8%, ma resta ancora più alta dell’obiettivo europeo del 9% entro il 2030 e presenta ancora un forte divario territoriale tra nord e sud. E poi c’è la cosiddetta “dispersione implicita”, che riguarda chi resta a scuola ma esce con competenze troppo basse: sommando i dati della dispersione esplicita e implicita si stima che la dispersione totale in Italia sia superiore al 20%, riguardando cioè uno studente su cinque.
Gli ITS Academy possono essere parte della cura. Perché non sono solo corsi, ma offrono Academy offrono percorsi pratici, laboratoriali e orientati al lavoro. Per molti ragazzi questa è la chiave per ritrovare motivazione e vedere che ciò che imparano ha un’applicazione concreta in un percorso professionale, smentendo l’idea secondo cui “la scuola non serve a niente”. L’alternanza tra aula e impresa, la didattica esperienziale e la presenza di docenti provenienti dal mondo del lavoro rappresentano leve decisive per chi fatica a riconoscersi nei percorsi tradizionali.
Questo modello ha già dimostrato di funzionare, con numeri record nel panorama formativo italiano: secondo i dati INDIRE 2025, l’84% dei diplomati trova lavoro entro un anno, nel 93% dei casi in settori coerenti con il percorso seguito.
In fondo, la sfida è culturale
Nonostante i numeri e gli investimenti, in Italia i percorsi tecnico-professionali vengono molto spesso ancora percepiti come “di serie B” rispetto ai licei o all’università. Eppure, guardando i dati sull’occupazione e sulla qualità dei percorsi, il ribaltamento è già in corso. Serve quindi un cambio di mentalità, non solo tra gli studenti ma anche tra famiglie, docenti e imprese.
Gli ITS Academy rappresentano oggi uno snodo cruciale per costruire una scuola capace di non perdere per strada chi non si riconosce nel modello tradizionale, una possibilità di ripensare il modo in cui studiamo e impariamo a lavorare. E forse anche di restituire alla scuola una prospettiva concreta, capace di dare agli studenti un orizzonte di possibilità adatte alle inclinazioni di ciascuno.
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Milano
24 Novembre ore 16:00